lunedì 28 gennaio 2013

Scansiogramma

L'immagine qui accanto è uno scansiogramma ovvero un' immagine fotografica realizzata mediante un dispositivo digitale senza l'impiego di una macchina fotografica.
Questa tecnica serve per comprendere il principio fisico (la fotoelettricità del server) che è alla base della fotografia digitale.
Per realizzarla ci siamo serviti di uno scanner su cui abbiamo appoggiato degli oggetti sul piano di vetro. Questi rifletto la luce dello scanner colpendo le singole celle fotosensibili del sensore CCD.
All'interno delle celle si crea cosi una carica elettrica dovuta alla reazione del silicio che trasforma i fotoni in elettroni.
Successivamente il convertitore A/D raccoglie i dati provenienti dal sensore come un flusso di segnali elettrici per convertirli in dati numerici.
Il processore a sua volta legge i dati numerici e li converte in pixel ognuno dotato del colore dell'oggetto scansionato.
Infine la memoria memorizza il file di immagine permettendo la visualizzazione mediante software su un qualsiasi mezzo informatico.
Il risultato è un immagine a colori, virtuale non fisica corrispondente alla forma degli oggetti collocati sul piano dello scanner.




Questo scansiogramma rappresenta il tipico Passatempo 

sabato 19 gennaio 2013

Sviluppo e stampa in camera oscura

In questo periodo stiamo ripercorrendo il passaggio dalla fotografia analogica, ovvero con l'utilizzo di una pellicola, alla fotografia digitale.
Inizialmente siamo partiti dall'utilizzo di una pellicola Kodak Tmax 100 per scattare delle fotografie in esterna ( questo giustifica anche la bassa sensibilità della pellicola).
Abbiamo poi sviluppato la pellicola avvolgendola, in una camera oscura, in una spirale inserita in una tank.
all'interno della tank abbiamo inserito il liquido di sviluppo, diluito secondo le prescrizioni della casa produttrice, per rivelare le fotografie accelerando il processo di annerimento dei sali d'argento sulla pellicola, l'arresto per arrestare il processo di sviluppo e infine il fissaggio per fissare l'immagine sciogliendo i sali d'argento e rendendo cosi inalterabile l'immagine.
il risultato non fu eccellente a causa di un liquido sbagliato e rovinato a causa della sua mal conservazione.
Successivamente abbiamo scattato dei ritratti utilizzando una pellicola maggiormente sensibile: la Kodak Tmax 400.
Abbiamo poi sottoposto la pellicola allo stesso processo di sviluppo della pellicola precedente però cambiando il liquido di sviluppo e il risultato è stato ottimo.
Successivamente abbiamo messo a contatto le pellicole con un foglio di carta fotosensibile ed esponendolo alla luce abbiamo ottenuto dei positivi delle pellicole per vedere un primo risultato delle fotografie.
Infine utilizzando un ingranditore con le due pellicole sviluppate abbiamo creato degli ingrandimenti di 18x24 cm positivi sviluppandogli nei bagni di sviluppo , arresto, fissiggio e bagno e infine appesi ad asciugare.


Foto in esterna





Foto backstage dei ritrati :








Tank e spirale :






Risultati  :

Stampe a contato:






Positivo di una foto in esterna :







sabato 12 gennaio 2013

STORIA DELLA FOTOGRAFIA

La "fotografia" nasce nel 1826 grazie agli studi di N. Niepce ritraendo una veduta dalla finestra di casa sua nel piccolo paesino di campagna di Granz di campagna alle porte di Chalon-Sur-Saone, utilizzando un certo tipo di asfalto fotoindurente, il bitume di Giudea.


Nel 1829 Niepce inizia a collaborare con un pittore già conosciuto all'epoca per l'invenzione del Diorama, J.L.M. Daguerre.

successivamente nel 1833 Niepce mori e Daguerre si trovò a lavorare da solo fino ad arrivare al 1837, anno in cui si attestò il primo dagherrotipo.

Procedimento del dagherotipo:

° Pulitura e lucidatura di una lastra di rame argentata

° Sensibilizzazione della lastra con vapori di iodio

° Esposizione nella camera oscura

° Rivelazione dell'immagine invisibile (detta latente) attraverso i vapori di mercurio

° Fissaggio con iposolfito, lavaggio ed asciugatura

Contemporaneamene al dagherotipo in inghilterra W.H. Fox Talbot, uomo di fama e di cultura, aveva condotto esperimenti che lo avevano portato a risultati simili a quelli esposti Dagherre e nel 1841 realizza il primo Calotipo realizzando pochi anni dopo il primo fotolibro, il il primo libro illustrato da fotografie, dal titolo "The pencil of nature".

Procedimento del calotipo

° sensibilizzazione di un foglio di carta con ioduro d'argento

° esposizione in camera oscura

° immersione del foglio in una soluzione di "gallo-nitrato d'argento" che agisce come rivelatore o sviluppo

° fissaggio con iposolfito






Veduta della finestra di casa di Niepce.











 video illustrativo procedimento del dagherotipo